Ciò che riesco a sentire mi fa sentire viva,
mi permette di partecipare a ciò che accade intorno a me
ed è una linea guida per il mio cammino.
Mio figlio Christian Corona mi ha regalato le carte Gefühlsmonster® come un dono inestimabile. Queste carte hanno davvero scatenato la mia voglia di esplorazione e, dopo 17 anni di utilizzo nella loro forma attuale, posso dire a ragione che sono uno strumento eccezionalmente utile per avviare conversazioni sulle emozioni con facilità. Anche per capire meglio se stessi e per tornare più rapidamente in uno stato di azione in situazioni difficili.
Mi rende felice aiutare a ricostruire ponti tra persone che si sono allontanate o che non riescono a trovare una via d’accesso l’una all’altra a causa della loro diversità. Questa via esiste e può sempre essere trovata se entrambi le parti lo vogliono.
I Gefühlsmonster agiscono spesso come una bacchetta magica. Potete scoprire come sono arrivata a questo risultato in un breve video qui (sottotitoli in Inglese). Più lavoro con le Carte Gefühlsmonster® e più apprezzo la leggerezza e l’umorismo che portano nelle conversazioni e la comprensione reciproca che viene rafforzata dalle immagini. Nel corso della mia carriera professionale, prima come mediatore, poi come formatore di mediazione e infine come consulente per persone e organizzazioni, i Gefühlsmonster sono diventati sempre più importanti per me. Mi hanno ispirato a esplorare intensamente il modo in cui gestisco le emozioni, verso le persone che hanno chiesto il mio aiuto e verso me stesso.
Oggi possiamo vivere un modo autodeterminato di affrontare tutte le emozioni. Possiamo imparare quali sentimenti hanno a che fare con noi stessi, quali con le nostre esperienze passate e quali con il momento presente. Questo ci dà la libertà di non lasciare che le emozioni difficili ci limitino o ci impediscano di fare ciò che riteniamo giusto e importante.
Un approccio consapevole e riflessivo alle emozioni ci porta ad accoglierle tutte. Accettiamo le emozioni associati alle esperienze spiacevoli come utili. Le notiamo, ci prendiamo il tempo di sentirle fisicamente (invece di soffermarci sui pensieri che le riguardano), il che permette loro di esprimersi completamente e di dissolversi di nuovo.
Le sensazioni collegate a esperienze piacevoli, percepite consapevololmente, possono equilibrare la tendenza del cervello di notare di piu le sensazioni negative. Inoltre allenare emozioni positive consapevolmente è un prerequisito per sviluppare la resilienza.
Una delle mie cose preferite da fare: scattare bellissime foto
Ed ecco qualche parola sul mio background:
La generazione che mi ha preceduto – e purtroppo ancora le generazioni di chi sta vivendo la guerra – ha dovuto e deve ancora limitarsi a sopravvivere.
“Dove andremo a finire se ognuno pensa costantemente a come si sente”?
è quello che diceva mio padre ai miei tentativi giovanili di aprire nuove strade.
Oggi direi che si tratta proprio di essere consapevoli di come ci sentiamo in quante più situazioni possibili. Sorprendentemente, i sentimenti occupano meno spazio di quando lavorano in background.
“Non sapendo cosa volessi”, ma avendo ricevuto dai miei genitori disciplina e perseveranza, ho studiato ciò che mi riusciva bene: Matematica ed educazione fisica. Sono diventato un insegnante. Ho lavorato a metà tempo perché ho avuto tre figli nei primi 12 anni della mia carriera scolastica. Solo dopo un esaurimento nervoso nel 1994 e il successivo pensionamento anticipato ho potuto guardare indietro e vedere quale parte dell’essere insegnante mi aveva dato una profonda soddisfazione: conoscere gli alunni nella loro diversità e unirli come gruppo. Questo è ciò che apprezzavo di più, mentre il lato del mio lavoro, dare voti “giusti” e guidare i miei studenti verso l’Abitur (questo non lo capisco, intendevi verso il diploma? ) mentre i miei figli erano a casa con 40 gradi di febbre, mi faceva star male.
Mi ci è voluto un po’ per capire che non si trattava di un “fallimento” da parte mia. Non avevo imparato a guardare a ciò che mi dava gioia e soddisfazione. Una volta acquisito questo, ho potuto constatare che il mio scopo era il successo della comunicazione tra persone diverse.
Sono iniziati studi entusiasmanti. In un progetto scolastico con la mia collega Margot Wichniarz, è nata l’idea dei Gefühlsmonster. La “Process Work” (Psicologia orientata ai processi) mi ha entusiasmato grazie alle novità che ho appreso da Arnold Mindell e da molti altri insegnanti del “Process Work” nel collegamento tra la teoria quantistica e la psicologia Junghiana. Durante questi studi ho potuto incontrare persone di tutto il mondo e sfruttare le mie conoscenze linguistiche. La mia formazione in mediazione mi ha dato gli strumenti per parlare in modo che gli altri si sentano compresi e non giudicati.
Ciò che mi entusiasma è sintetizzare i risultati di ricerche interessanti e complesse in una forma semplice da capire e da mettere in pratica. E’nato così il mio libro “A volte i sentimenti sono mostri”, in cui ho inserito tutto ciò che, secondo la mia esperienza personale e professionale, è utile per affrontare bene i propri sentimenti.
Ho riassunto gli strumenti più importanti per gestire i sentimenti che ho sviluppato in tanti anni di utilizzo dei Gefühlsmonsteri nel libro “Leading with Empathy” (Guidare con sentimento) – altri si stanno sviluppando in molti contesti diversi con le persone che usano le carte, il che è una grande gioia per me.